XXI aprile 2025: Feria II infra Octavam Paschæ
Undecimo Kalendas Maji (XXI-IV) AD MMXXV
Luna vicesima secunda
Feria II infra Octavam Paschæ
Il primo giorno fra l'ottava di Pasqua è celebrato col rango doppio di prima classe, impedendo non solo che qualsiasi festa ne prenda il posto, ma anche la commemorazione delle feste che non vengono traslate. Come ieri, è un dies feriatus: oggi il precetto è scomparso, ma rimane la festa civile. Il colore liturgico è, ovviamente, il bianco. La stazione è a San Pietro.
Mattutino, Laudi e Ore Minori
Tutto l'Ufficio è recitato come ieri, compreso il versicolo all'unico Notturno, con l'unica eccezione delle lezioni, costituite dall'omelia di San Gregorio al Vangelo di Luca, coi dai due responsorî, e dall'antifona al Benedictus, Jesus junxit se.
Messa
La Messa è detta dopo Terza, ed è propria di questo giorno. L'introito, dall'Esodo, è Introduxit vos, col verso dal salmo 104; il Gloria è cantato, sempre secondo le melodie della Missa I, e l'unica orazione di colletta è la seguente:
«Deus, qui sollemnitáte pascháli, mundo remédia contulísti: pópulum tuum, quǽsumus, cœlésti dono proséquere; ut et perféctam libertátem consequi mereátur, et ad vitam profíciat sempitérnam. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.»
L'Epistola è presa dagli Atti (10:37-43), il Graduale è come ieri, mentre l'Alleluja è Angelus Domini da Matteo 28; seguono la Sequenza e il Vangelo dei discepoli di Emmaus (Luc. 24:13-35). Il Credo è cantato, e l'antifona all'offertorio è Angelus Domini, come l'Alleluja; la secreta è la seguente:
«Súscipe, quǽsumus, Dómine, preces pópuli tui cum oblatiónibus hostiárum: ut, paschálibus initiáta mystériis, ad æternitátis nobis medélam, te operánte, profíciant. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.»
Prefazio, Communicantes e Hanc igitur sono come Domenica; l'antifona alla comunione è Surrexit Dominus, mentre l'orazione di ringraziamento è questa:
«Spíritum nobis, Dómine, tuæ caritátis infúnde: ut, quos sacraméntis paschálibus satiásti, tua fácias pietáte concórdes. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte ejúsdem Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.»
Il congedo ha ancora il doppio alleluja, e lo avrà fino a sabato incluso.
Vespri
Vespri e Compieta sono esattamente come ieri, con la sola eccezione dell'antifona al Magnificat, che è propria: Qui sunt hi sermones. Ai Vespri non si fa nulla della seguente festa dei Santi Sotero e Caio, che viene traslata.
Modifiche successive
Quanto detto ieri per le modifiche fatte da San Pio X alle Lodi (salmi 66, 149 e 150) e da Pio XII per le introduzioni (i varî Pater, Ave e Credo) vale in generale e non lo ripeterò per gli altri giorni dell'Ottava.
Sant'Anselmo, Vescovo e Confessore [e Dottore]
A partire dai primi anni del 1700, si trova nei calendarî alla data odierna la festa di Sant'Anselmo, Vescovo e Confessore (e successivamente anche Dottore della Chiesa), col grado semidoppio che, a causa dell'occorrenza con l'Ottava di Pasqua, verrebbe traslata. Secondo il mio personale parere, la festa non è del tutto fuori luogo: si tratta comunque di un Santo antico e importante per la teologia occidentale, che merita di essere nel Calendario generale, e il grado semidoppio mi sembra anche adatto. Dopo la proclamazione a Dottore, la festa viene elevata al grado doppio, che mi pare invece esagerato.
In seguito alle riforme di Leone XIII, la traslazione delle feste impedite viene limitata alle feste doppie, e successivamente solo a quelle doppie maggiori o dei Dottori della Chies. In entrambi i casi, tale festa continuerebbe a essere traslata dopo l'Ottava.
Con S. Pio X e S. Giovanni XXIII, invece, si limita ancora la traslazione, rispettivamente alle doppie di II classe e a quelle di I classe, pertanto la festa non verrebbe più traslata, e, vista la coincidenza con il lunedì dell'Ottava, neanche commemorata.
Con il Novus Ordo, Sant'Anselmo è una memoria facoltativa (l'idea di facoltatività di feste liturgiche è spiazzante, e non in senso buono...), ma vista l'occorrenza con l'Ottava non può essere celebrata.
Personalmente, in un'ottica di ampliamento del Calendario (come visibile nella mia proposta) rispetto a breviario e messale tridentini, fatta però con criterio e non come avvenuto storicamente, la festa di Sant'Anselmo troverebbe sicuramente posto, ma con rango semplice, nel qual caso quest'anno verrebbe omessa, o al più semidoppio, nel qual caso, rimanendo fedeli alle rubriche tridentine, verrebbe traslata.
Novus Ordo Missæ
Colore e rango liturgico rimangono invariati.
L'introito è il medesimo, con la differenza nel numero di alleluja, che può essere notata confrontando la forma antica con la forma attuale, e ovviamente senza verso e Gloria Patri.
Vetus Ordo:
Introdúxit vos Dóminus in terram fluéntem lac et mel, allelúja: et ut lex Dómini semper sit in ore vestro, allelúja, allelúja.
Novus Ordo:
Introdúxit vos Dóminus in terram fluéntem lac et mel, et ut lex Dómini semper sit in ore vestro, allelúja.
Questa differenza, se non detto diversamente, sarà valida per tutti gli altri introiti di questo tempo. Si recita del Gloria; la colletta è, invece, la seguente:
«Deus, qui Ecclésiam tuam nova semper prole multíplicas, concéde fámulis tuis, ut sacraméntum vivéndo téneant, quod fide percepérunt. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte ejúsdem Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.»
La Lettura è presa sempre dagli Atti, ma da capitoli precedenti (2:14,22-32), il salmo responsoriale è il 15, la Sequenza diviene facoltativa (sic!), mentre l'Alleluja è dal salmo 117; il Vangelo è l'annuncio della Resurrezione di Marco (28:8-15); il Credo è assurdamente omesso.
«Súscipe, quæsumus, Dómine, múnera tuórum propítius populórum, ut, confessióne tui nóminis et baptísmate renováti, sempitérnam beatitúdinem consequántur. Per Christum Dominum nostrum.»
Prefazio, Communicantes e Hanc igitur come ieri, antifona alla comunione Christus resurgens e orazione seguente:
«Exúberet, quæsumus, Dómine, méntibus nostris paschális grátia sacraménti, ut, quos viam fecísti perpétuæ salútis intráre, donis tuis dignos effícias. Per Christum Dominum nostrum.»
La benedizione solenne è facoltativa, mentre il congedo avviene come ieri.
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